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All'interno del Palazzo, nella cosiddetta "Cavallerizza", al pianterreno è ospitata la collezione archeologica della Fondazione Sicilia, fino ad allora al Museo Mormino di Villa Zito, con 4.751 pezzi unici, molti dei quali esposti per la prima volta.
Il museo offre una sezione è dedicata ai reperti rinvenuti durante gli scavi subacquei: materiali che facevano parte del carico delle navi, ancore di pietra, ceppi di piombo, lucerne, anfore ed iscrizioni che vanno dalla cultura dei Punici a quella dei Romani.
Il Museo Diocesano occupa attualmente quindici sale del Palazzo Arcivescovile, di fronte alla facciata principale della Cattedrale.
Nel museo sono esposte oltre duecento opere tra pitture e sculture, suddivise in quattordici sezioni tematiche e monografiche che illustrano il percorso delle arti figurative in Italia.
Il Museo delle maioliche Stanze al Genio ha al suo interno un'esposizione di quasi 5000 esemplari di mattonelle in maiolica italiane dal XV al XIX secolo disposte su 8 sale.
L'edificio è ubicato nel centro storico di Palermo, alla Kalsa, antica cittadella araba fortificata. È stato per quattro secoli dimora palermitana dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, da cui prende nome il palazzo.
Il palazzo (fine del XV secolo), opera di Matteo Carnilivari all'epoca attivo a Palermo in cui attendeva ai lavori di palazzo Aiutamicristo, e splendido esempio d'architettura gotico-catalana, era la residenza di Francesco Abatellis (o Patella), maestro Portulano del Regno.
È nato nel 1975 ad opera di Antonio Pasqualino, cui dopo la morte nel 1995, è stato intitolato. La sede del museo si trova alla Kalsa, nell'ex hotel de France, un edificio d'ottocento metri quadrati, distribuito su due piani.
Fu completato intorno al 1131 per volere di Giorgio d'Antiochia, ammiraglio del re Ruggero II di Sicilia, un anno dopo la nascita del Regno di Sicilia, per collegare la città (divenuta capitale) ai giardini posti al di là del fiume Oreto.
Fondato da Maione di Bari, negli anni in cui era grande ammiraglio di Guglielmo I, e cioè fra il 1154 e il 1160, l'edificio venne successivamente affidato ai benedettini di Monreale, che lo custodirono fino al 1787.